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Frost/Nixon (2008)

lunedì 9 febbraio 2009

[Frost/Nixon - Il duello] - (Frost/Nixon) - USA/UK/Fra - Storico - 122'
di Ron Howard

Tre anni dopo lo scandalo Watergate che portò Richard Nixon alle dimissioni dalla Casa Bianca, un presentatore di talk show mette in gioco tutto il suo denaro e la sua carriera per realizzare un'intervista in cui spingere l'ex Presidente a confessare le sue colpe.

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E' evidente in Frost/Nixon l'impostazione tipica dei film giuridici, vedi Codice d'onore ('92) o Alcatraz ('94) (in quest'ultimo protagonista lo stesso Kevin Bacon che in Frost/Nixon è l'uomo di fiducia dell'ex Presidente). Il plot è quello classico della preparazione al confronto seguita dall'apparente imminente sconfitta che si conclude invece col colpo di reni finale dell'inquisitore che stringe il cerchio intorno all'accusato, inchiodandolo. La confessione di Nixon in questo è molto, troppo simile a quella di Jack Nicholson in Codice d'onore. In Frost/Nixon questo schema è ridotto ancora di più all'osso: le vicende private dei protagonisti hanno uno spazio marginale, e più che sulla preparazione allo scontro (richiama molto ad atmosfere da incontro di pugilato) il film si concentra sull'approfondimento di entrambi i personaggi principali affidato a pochi ma esaustivi passaggi, e sulle implicazioni che la suddetta intervista ha e potrebbe avere per loro. E' interessante notare come le due ore scorrano fluide senza che in realtà accada nulla. In questo i plausi a sceneggiatura e regia sono meritati.

Ma, io credo, gran parte dell'interesse dovrebbe essere suscitato dal ricordo: la confessione del Presidente più odiato nella storia degli Stati Uniti, il Vietnam, Kennedy, il Watergate e in generale l'aria da documentario che trasuda da questo film. Viene quindi da domandarsi: che effetto ha tutto questo sullo spettatore italiano? Probabilmente nessuno, se non quello della curiosità per l'evento in sè, ma al quale nessuna sensazione può essere legata. E' un po' come se un americano guardasse Il Divo di Sorrentino. Avrebbe sicuramente difficoltà ad andare oltre a ciò che il film mostra, per il semplice fatto che non ha idea di chi sia Andreotti, la DC, non conosce i rapporti tra mafia e governo nè l'Italia di trent'anni fa, perdendo così tutto il potere evocativo che il film possiede. Ed è quello che ho idea succeda a noi guardando Frost/Nixon: una visione non comprensibile fino in fondo.

C'è però un aspetto che per noi è sicuramente più importante che per gli americani: il giornalismo e il suo ruolo di controllo sul potere, scontato negli Stati Uniti, molto meno qui in Italia dove notoriamente accade l'opposto. In questo Frost/Nixon è una grande, forse involontaria lezione di vero giornalismo.

sette

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