USA - Azione - 162'
di Zack Snyder
Dio esiste, ed è americano.
Nell'universo parallelo di Watchmen, uomini comuni si mascherano per combattere il crimine. Messi al bando dal governo, gli eroi mascherati si adattano a condurre, chi più, chi meno, vite normali. A distanza di anni uno di loro viene assassinato e mentre questo avvenimento scuote i vecchi membri del gruppo, il mondo è alle soglie di un olocausto nucleare.

Posso recensire Watchmen senza aver letto il fumetto? Posso? Ma sì, dai. Perché a sentire qualche commento di cine-fumettari, per loro la visione del film senza la previa consultazione dei 12 albi di Watchmen (magari copia originale autografata da Alan Moore) sarebbe stato un peccato mortale imperdonabile. Secondo questo ragionamento avrei dovuto leggermi Batman, Spiderman, X-Men eccetera prima di essere degno di metter piede al cinema. Figuriamoci. E infatti mi sono goduto lo spettacolo dei Watchmen tranquillamente senza bisogno del fumetto. Una successiva letta a Wikipedia mi ha apportato una ulteriore erudizione (come scrivono i carabinieri nei verbali: "il suddetto Tizio Caio ci erudiva riguardo i fatti avvenuti") sull'argomento.
E poi,
devo scrivere di Watchmen, lo devo a Beatrice, la promoter del
Watchmen viral marketing che mi ha contattato qualche settimana fa via email esordendo così: "Gentile Redazione de il Proiezionista". Toccare così subdolamente il mio ego, lasciando intendere che io e il mio portatile siamo una redazione, è una gentilezza che va ricambiata.
Comunque, siamo sinceri, avrei scritto di Watchmen ugualmente, perché è un film che merita. Merita il suo essere crudo, truculento, erotico, violento, sincero e per certi versi colto. S'era mai vista una scopata seria in un cinefumetto? Non mi pare. E se non è una botta di cultura questa, ditemi voi.
Ma Watchmen è colto davvero, perché il confine tra il bene e il male è sottile, lo sappiamo, e Watchmen non solo ce ne dà una allegorica dimostrazione, ma ci trascina noi stessi in questa malsana ambiguità. C'è davvero un cattivo e ci sono davvero i buoni? Risposta difficile da dare a fine visione, come difficile è suscitare tale dubbio a tal domanda. E' merito questo della novella o del regista? Sicuramente per rovinare sittanto script bisognava essere sul serio un
vanzina qualunque, ma Snyder fa valere la sua mano autorevole; autorevolezza che già aveva dimostrato in
300 e ancor prima, in tempi non sospetti, si poteva intuire qualcosa nel remake del cult di Romero. Qui però siamo decisamente una spanna sopra, e se continua con questo ritmo di miglioramento, calcolando che Snyder ha appena 43 anni, possiamo a ragione aspettarci grandi cose in futuro.
Tempi duri da oggi in poi per i marvel-movies, con Watchmen come termine di paragone. Molto duri.
otto
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